Archivio ex Compartimento di Firenze "Piero Ginori Conti"
Larderello
Le società che nel tempo si sono succedute nello sfruttamento delle risorse geotermiche dei terreni della zona della Val di Cecina, sono comunemente chiamate "la Larderello", dal nome del paese prossimo alla località di Montecerboli, del comune di Pomarance in provincia di Pisa, battezzato appunto Larderello nel 1848, in omaggio del conte Francesco De Larderel, fondatore della società in accomandita F. De Larderel e C. (1848). La Larderello riuniva le tre principali imprese che per prime sfruttarono sistematicamente le sostanze chimiche prodotte dai soffioni naturali della zona e la loro energia termica, ottimizzarono l'agricoltura dei terreni sovrastanti i giacimenti, via via fino alla industrializzazione dello sfruttamento della forza del vapore anche per la produzione di energia, impresa che si concretizzò dopo la costituzione della Società Boracifera di Larderello (1912), creatura del principe Piero Ginori Conti, scienziato e uomo politico e tra i più operosi e geniali capitani d'impresa del paese dei primi del Novecento. Le carte del cosiddetto "fondo Larderello" sono, dal punto di vista pratico, un unico archivio, e come tale è stato dapprima consegnato alla società "Museo storico di Larderello", nato nel 1959 in seno alla Larderello Spa, l'ultima delle società succedutesi alla capostipite, e lì sono state utilizzate per gli studi relativi alla storia dell'impresa che ne reggeva la struttura e per la musealizzazione dei loro contenuti storico culturali, relativi alla storia locale, alla storia dell'impresa e della Toscana otto-novecentesca. La suddivisione in fondi come di seguito si descrivono, nacque dal tentativo, solo in parte riuscito, di restituire le carte alla società di provenienza. Come spesso succede nelle realtà di lunga vita, il punto di incontro delle carte non è avvenuto nemmeno all'epoca della nazionalizzazione, principalmente perché le attività della Larderello sono sopravvissute alla stessa società per azioni: la Società di Larderello, come industria chimica, dopo il 1962 ebbe vita autonoma accorpandosi al gruppo Eni, le attività di produzione di energia e della sua distribuzione sono invece passate a Enel. Dal punto di vista archivistico, durante l'azione svoltasi tra il 2004 e il 2006, si è resa necessaria, anche nel rispetto delle indicazioni reperite sulle carte stesse, la creazione di un fondo che non è in realtà il prodotto dell'attività dell'azienda nazionale, ma di un ramo detto "ex Larderello", con atti anche successivi al 1962. Per quanto è stato possibile, nel rispetto della regola archivistica della proprietà delle carte legata al più recente proprietario, si avranno quindi quattro rami: F. De Larderel e C.: comprende anche atti relativi ad affari dei singoli componenti la famiglia De Larderel in proprio e in affari con la Enrico Durval, la Chemin Prat Lamotte Larderel, la A. G. Fossi e C., ovvero le società che si fusero appunto a fondare la F. De Larderel. Gli atti relativi al patrimonio, le carte di amministrazione legate al personale e il carteggio vario della società F. De Larderel in liquidazione già dal 1907, sono confluite nel fondo della Società Boracifera, fino ad arrivare alla Larderello Spa; Società Boracifera di Larderello: è il fondo più esile sia come struttura documentaria, con tutta probabilità per la breve vita della società, dal 1912 al 1939, anni governati dalla prepotente personalità del principe Piero Ginori Conti, per cui spesso gli atti societari e patrimoniali sono carteggi di pugno del ministro, senatore del regno, fondatore dell'Istituto del boro e silicio in Firenze, presidente di varie commissioni ministeriali, solidale della politica autarchica, scienziato. Sono anche gli anni delle consulenze di illustri scienziati, tutte persone che avevano rapporti personali con il Ginori Conti, rapporti il cui riflesso è nelle carte e alle carte ha dato il valore dell'autografo e le potenzialità della sottrazione alla storia per la trasformazione in cimelio; Larderello Spa: è l'erede delle attività, mobili e immobili e di 120 anni di archivio. Morto l'artefice della Boracifera, marito di Adriana De Larderel, figlia prediletta dell'ultimo rappresentante della famiglia De Larderel in azienda, la società ha vita di pari tempo prima della nazionalizzazione e sono anni in cui le carte si trovano a subire con l'azienda il secondo conflitto mondiale e a documentarne i patimenti. Esistono in questo fondo lacune, mentre migliore sorte hanno avuto atti delle più antiche società, pur se diminuita l'importanza del ramo chimico e alla chiusura del passato di sfruttamento del borace; Fondo unico: la musealizzazione delle carte avviene per iniziativa della Larderello Spa, vivo ancora Giovanni Ginori Conti al quale verranno restituiti quelli che sono stati considerati i cimeli di famiglia presenti al palazzo del museo, luogo di rappresentanza della azienda. Lì invece restarono le carte delle origini e la biblioteca aziendale e di tutto si fece largo uso, secondo criteri meramentre espositivi e poco rispettosi del vincolo archivistico che pure esisteva, come dimostrano le segnature sui fascicoli.
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31 Dicembre 1817