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A Tivoli è passata la storia

Avreste mai pensato che da Tivoli potesse passare la storia dell’energia? Fino all’Ottocento il comune vicino a Roma era conosciuto solo per le sue bellezze artistiche e naturali. Nel 1892, sotto i ruderi della Villa di Mecenate (oggi Santuario di Ercole Vincitore), iniziò l’attività commerciale della centrale idroelettrica di Acquoria, alimentata dalla cascata dell’Aniene. Un evento che fece storia: l’impianto iniziò a rifornire la capitale d’Italia con la prima linea al mondo in corrente alternata su scala industriale, con un record sia nella lunghezza (27 km) sia nella tensione (5000 Volt).

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Tutto scorre

Veniva chiamata “il carbone bianco”: l’energia idroelettrica ha letteralmente costruito lo sviluppo dell’Italia, povera di combustibili fossili ma ricca di corsi d’acqua. All’inizio del Novecento l’idroelettrico generava l’85% dell’elettricità nazionale e, fino alla metà degli anni Sessanta, oltre il 50%.

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L’Angelo dell’idroelettrico

Uno dei padri dell’energia idroelettrica in Italia è stato l’ingegnere lombardo Angelo Omodeo (1876-1941): si era reso conto del suo enorme potenziale per l’elettrificazione del Paese e progettò numerosi impianti. E non solo in Italia: fu attivo anche nelle colonie (Albania e Africa Orientale) e fu invitato a lavorare in Scozia, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo, Egitto, India, Cina e Unione Sovietica. Denominato anche "il mago delle acque", in quanto realizzò le principali centrali idroelettriche del mezzogiorno su richiesta del Presidente della Società Meridionale di Elettricità, Giuseppe Cenzato, figura nodale nel processo di elettrificazione del Mezzogiorno d'Italia e nella costituzione del Gruppo Meridionale di Elettricità.

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La più importante delle rinnovabili

Ancora oggi, fra le fonti pulite, quella idroelettrica è di gran lunga la più importante al mondo: la sua capacità installata è maggiore di tutte le altre messe insieme. Nel parco di generazione di Enel, la capacità idroelettrica costituisce il 33% del totale e il 66% delle rinnovabili.

Capacità idroelettrica
33%
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Quali impianti usano l'acqua?

Le centrali idroelettriche si dividono in tre categorie principali. Quelle ad acqua fluente si basano sul movimento naturale dei corsi d’acqua; in quelle a bacino l’acqua viene convogliata da un serbatoio artificiale verso un fiume attraverso un sistema di condutture; quelle a pompaggio sono dotate di un secondo bacino, più in basso, in cui l’acqua viene fatta scendere per poi essere pompata nuovamente in quello superiore ed essere così riutilizzata.

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La nostra innovazione oggi

Oggi le nostre centrali idroelettriche sono dotate dei più avanzati strumenti nel campo della digitalizzazione e dell’automazione: sensori wireless per la raccolta di informazioni, software per ottimizzarne il rendimento, droni per le ricognizioni aeree e robot per le ispezioni sugli impianti.

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